Un'esperienza unica tra città e natura

Il centro storico, costruito quasi interamente in travertino, è tra i più monumentali d'Italia e in esso si trova la rinascimentale piazza del Popolo. In epoca medievale era caratterizzato dalla presenza di circa duecento torri, la cui erezione iniziò subito dopo il mille. Secondo la tradizione, Federico II ne fece distruggere novantuno nel 1242 e la loro riduzione proseguì nei secoli successivi. Ancora oggi conserva diversi esempi di torri gentilizie e campanarie ed è nota come la Città delle cento torri. È l'unica città della regione ad avere due teatri storici, il Ventidio Basso e il Filarmonici.

La città è anche conosciuta per l'oliva ascolana, specialità gastronomica nata ad Ascoli Piceno e diffusa in tutto il territorio italiano e al di fuori dei confini nazionali.

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Un po' di storia

Le origini della città sono avvolte nel mistero, ma è abbastanza sicuro che vi fosse la presenza umana già dall'età della pietra e che la zona fosse abitata già nell'epoca neolitica. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte, durante una delle loro migrazioni detta ver sacrum. I Sabini si sarebbero fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni, che fondarono Ascoli 1600 anni prima della fondazione di Roma.

Nell'alto Medioevo subì la decadenza economica e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di Totila (544-545) e dei Longobardi di Faroaldo I (578).

Dopo l'assedio del 578, la città entrò a far parte del Ducato di Spoleto sotto il dominio longobardo, finché non passò sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al seguito di Carlo Magno. In questi secoli si accentuò il potere dei vescovi (i cosiddetti vescovi-conti), tra cui Corrado II che con apposito diploma concede al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto di Zecca. 

Nel periodo la città viene trascinata in più occasioni nella più vasta lotta per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini.

Nel 1183 si costituisce in Libero comune, conoscendo però il saccheggio e la distruzione ad opera delle armate imperiali di Federico II. Le libertà municipali sono minate dalle lotte di fazione tra le famiglie più in vista, tra cui il Signore Andrea D'Acquaviva. Importanti famiglie nobiliari ascolane medievali, coinvolte direttamente nelle vicissitudini politiche della città, furono quelle dei Guiderocchi e dei Saladini. Durante la conquista di Ladislao I - re di Napoli, la città meritò di essere governata dal famoso condottiere d'Italia Conte da Carrara, appartenente alla nobile famiglia padovana dei Carraresi, al quale il sovrano partenopeo concesse il titolo di Viceré dell'Abruzzo e Principe di Ascoli per sé e per i suoi figli che gli successero, Ardizzone e Obizzo, quando lo seppellirono in pompa magna nel Duomo della città, come vuole il Bascetta. Le lotte finiscono per aprire la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta (XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482, anche se Ascoli è costretta a riconoscere la sovranità della Chiesa.

Monumenti e luoghi d'interesse

Battistero di San Giovanni
Semplice ed austero nella sua forma di architettura sacra di gusto romanico è costruito interamente in travertino ed annoverato tra i monumenti nazionali italiani. Rimaneggiato nella sua forma attuale verso la metà del XII secolo, presenta la base esterna di forma quadrata costituita per buona parte di blocchi squadrati di epoca romana. L'interno ha al centro la vasca circolare, del V secolo, per il battesimo ad immersione, costituita anch'essa di blocchi romani di recupero, e un fonte battesimale gotico impostato su una colonna tortile.

Cattedrale di Sant'Emidio
Duomo della città, dedicato al santo patrono, sorge sul luogo di un edificio pubblico romano, forse la Basilica del Foro, ed è il risultato di molteplici vicende costruttive che vanno sostanzialmente dall'XI secolo al XVI secolo. Su piazza Arringo si apre la facciata principale realizzata da Cola dell'Amatrice, mentre le due facciate laterali risalgono alla fine del XV secolo. L'interno, a tre navate divise da pilastri poligonali, della fine del XV secolo, ospita, tra le varie opere, nell'abside centrale un coro ligneo tardogotico della prima metà del Quattrocento, un pulpito ligneo del 1660 circa; nella Cappella del Sacramento il Polittico di Sant'Emidio di Carlo Crivelli, l'imponente ciclo decorativo di Cesare Mariani, e la cripta di Sant'Emidio, costruita verso la metà dell'XI secolo che ospita, in un sarcofago del IV secolo, le reliquie del Patrono della città.

Cripta di Sant'Emidio
Fu costruita all'interno della Cattedrale dal vescovo Bernardo II attorno alla metà dell'XI secolo nell'area corrispondente in buona parte alla Basilica civile del Foro, per accogliere i resti del patrono ascolano e dei suoi discepoli, qui trasportati dalle catacombe di Campo Parignano. Suddivisa in navatelle da 63 colonne romane di spoglio, presenta sulle pareti memorie funebri del periodo barocco. La tomba di Sant'Emidio è collocata nell'area centrale della cripta, rimaneggiata da Giuseppe Giosafatti all'inizio del XVIII secolo, all'interno di un sarcofago di epoca romana, dell'età di Marco Aurelio, ed è sovrastata dalla scultura raffigurante Il Battesimo di Polisia di Lazzaro Giosafatti.

Caffè Meletti
Annoverato nell'elenco dei locali storici italiani è da sempre considerato il ritrovo dei personaggi più illustri della città, punto di incontro di cultura e di vita mondana. Si affaccia direttamente su piazza del Popolo preceduto da un portico con arcate e soffitto affrescato. La vita del Caffè iniziò il 18 maggio 1907, giorno della sua inaugurazione.

Teatro Ventidio Basso
Opera realizzata da Ireneo Aleandri di Sanseverino tra il 1840 ed il 1846. Si mostra con la facciata neoclassica, in travertino, arricchita da un colonnato centrale in ordine ionico. La struttura si compone di una sala ovale con quattro ordini di palchi, suddivisi in 23 palchetti ciascuno ed il loggione a galleria, per una capienza totale di 842 spettatori.