Un borgo ricco di storia e tradizioni

È un borgo del subappennino marchigiano, il cui territorio è posto interamente tra le valli del fiume Tesino (a nord) e del fiume Tronto (a sud). Il centro abitato deve la sua pianta irregolare allo sperone roccioso sul quale sorge, ritagliato dai due rami sorgentizi del torrente Lama, affluente di sinistra del Tronto.

Offida è entrata il 2 maggio 2008 nel club dei Borghi più belli d'Italia. Vi sono resti di mura medievali con torri, mentre della rocca cinquecentesca restano un tratto di muraglia e due torrioni cilindrici.

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Un po' di storia

Piuttosto dibattute sono le origini di Offida. Lo stesso toponimo è oggetto di diverse interpretazioni e non aiuta a formarsi un'idea certa su come sia sorto il centro abitato. Nel territorio offidano sono presenti tombe picene (VII-V secolo a.C.) e vestigia romane, ma non c'è traccia storica certa fino al 578 d.C. quando gli Ascolani in fuga per l'invasione longobarda fondarono diversi castelli nei colli piceni, compresa Offida.

Secondo alcuni storici Offida già nel VII secolo sarebbe stato un centro di una certa importanza, divenendo sede di un Gastaldato. Dello stesso ci sarebbero tracce in epoca carolingia e sotto il Sacro Romano Impero quando la città assunse grande importanza.

Al 1039 risale la prima testimonianza storica certa, quando Longino d'Azone cede all'Abbazia di Farfa il castello di Ophida. Nel 1261 una bolla di papa Urbano IV conferma i poteri dell'Abbazia di Farfa istituendo il Presidato Farfense, una sorta di governatorato distaccato da Farfa e indipendente da qualsiasi diocesi.

Nel 1292 papa Niccolò IV concede ai comuni marchigiani la facoltà di eleggere podestà, consoli e priori. Per Offida e per altri grandi centri marchigiani dell'epoca si tratta di un riconoscimento ufficiale per delle istituzioni già operanti e "collaudate".

Analogamente a tutto il territorio piceno, il periodo che va dal XIII al XVI secolo è caratterizzato dalle guerre tra Ascoli e Fermo con gli offidani che presero le parti di quest'ultima. Risalgono alla prima metà del Cinquecento le terribili lotte interne tra guelfi e ghibellini sfociate in numerosi fatti di sangue.

Alla metà del XVI secolo Offida stipula una tregua con Ascoli e negli stessi anni tutto quello che sottostava al Presidato di Farfa passa sotto la giurisdizione dello Stato della Chiesa. Dopo un secolo sotto la diocesi di Montalto, Offida passa sotto la diocesi di Ascoli.

Nel 1831 papa Gregorio XVI eleva Offida al rango di città.

Con la fine del XIX secolo inizia il passaggio da un'economia esclusivamente agricola ad una con marcata presenza artigianale fino ad arrivare allo sviluppo di piccole industrie di una cittadina che, oggi, non è più quell'importante punto di riferimento che è stato per secoli.

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, la famiglia Talamonti nascose e protesse dalla deportazione i componenti di una famiglia di profughi ebrei greci, i Ventura, giunti a Offida nel 1942 in domicilio coatto. Per questo loro impegno di solidarietà, il 19 novembre 1979, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni ad Adelino Talamonti e a suo figlio Fides, e a Camillo Talamonti e ai suoi figli Fernando ed Emma (suor Fernanda). Nel giugno 1944 le truppe tedesche fecero saltare il ponte della tramvia elettrica che collegava Offida con la stazione ferroviaria di Castel di Lama e il ponte della "strada Mezzina" sul torrente Lava, due ponticeili sistemati sotto i dirupi che circondavano Offida e, nel centro storico, furono distrutte le principali fonti di comunicazione (telefono e telegrafo) ed il trasformatore che forniva la corrente elettrica alla borgata Cappuccini. Nel 2010 è stata sede dei campionati mondiali di ciclismo juniores ai quali hanno partecipato ben 49 nazioni, manifestazione davvero imponente per un paese così piccolo se si pensa che la sede precedente è stata Mosca e la successiva Copenaghen. Alla cerimonia di aperturà ha partecipato Valentina Vezzali.  

Monumenti e luoghi d'interesse

Chiesa di Santa Maria della Rocca
Sita all'estremo occidentale dell'abitato, risulta circondata su tre lati da altrettanti dirupi che la ritagliano esaltandone l'imponenza e aprendola allo sguardo di due vallate. La grande costruzione in laterizio in stile romanico-gotico si deve al Maestro Albertino che la eresse nel 1330 sulla preesistente piccola chiesa benedettina.

Monastero di San Marco 
Sorto come monastero francescano nel Trecento su un preesistente sito benedettino, ha vissuto diversi cambiamenti nel corso dei secoli. Dal 1655 ospita le monache benedettine mentre l'attuale chiesa di San Marco in stile barocco fu fatta costruire nel 1738 occupando la parte centrale di quella originale eretta nel 1359 di stile romanico-gotico e della quale sono tornati alla luce un ampio portale con sovrastante rosone (attualmente non visibili perché racchiusi nel muro di cinta). Il lato sud su piazza Baroncelli, oltre al portale a edicola di accesso alla chiesa (1574) presenta gli originali archetti gotici e monofore chiuse, così come sul lato nord che però non è visibile perché racchiuso dalle mura di cinta del monastero. Nel monastero sono conservati alcuni affreschi del XIV-XV secolo, una croce lignea policroma e una croce reliquiario di pietra e perle preziose.

Palazzo comunale
Costruito tra il XIII e il XIV secolo (torre centrale merlata). La facciata è preceduta da un portico a 7 arcate con un'elegante loggetta a 14 arcate alzata nel XV secolo. All'interno vi è una piccola pinacoteca con opere di Pietro Alamanno e Simone de Magistris da Caldarola. Nell'archivio storico comunale si conserva, tra l'altro, il catasto pergamenaceo mutilo del XIV secolo forte di ben 70 pergamene in caratteri gotici.